Impatto ambientale e polistirene

La consapevolezza, a livello internazionale, dell’esistenza di grandi problemi ambientali quali il riscaldamento globale del pianeta e l’impoverimento delle risorse naturali sta cambiando le modalità di scelta ed utilizzo dei materiali.

L’impatto di un dato materiale sull’ambiente diventa infatti sempre più un aspetto chiave per determinarne la scelta.

Il polistirene espanso sinterizzato (EPS – expanded sintered polystyrene, o polistirolo) è un materiale espanso rigido di peso ridotto, ampiamente utilizzato nell’industria europea dell’edilizia e delle costruzioni, in particolare per la realizzazione di pannelli isolanti utilizzati ad esempio nell’isolamento esterno a cappotto.

L’EPS è inoltre un insostituibile materiale da imballaggio e il suo rapporto peso/resistenza ne ha fatto una scelta obbligata per un’ampia gamma di applicazioni.

Per definire l’impatto ambientale di un prodotto si inizia dall’estrazione delle materie prime per poi passare alla produzione, al trasporto, all’utilizzo, fino al riciclo o al definitivo smaltimento. È fondamentale quindi esaminarne l’intero ciclo di vita.

Per permettere questa valutazione è stato messo a punto un approccio scientifico e oggettivo: l’analisi del “ciclo di vita”, la cosiddetta LCA. L’analisi del ciclo di vita dell’EPS ha dato buoni risultati e ha dimostrato che, in termini di impatto ambientale generale, esso offre notevoli vantaggi rispetto a materiali isolanti alternativi come ad esempio lana di vetro, lana di roccia, sughero, lino, poliuretano rigido, polistirene estruso.

Un vantaggio tra tutti: i manufatti in EPS sono già in grado di ottimizzare i processi produttivi inserendo sino al 100% di rifiuti in EPS nella produzione di nuovi manufatti e l’EPS vanta attualmente il primato di riciclo chiuso di beni post consumo.

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